lunedì 5 marzo 2012

Steghelist! (4)

.... (due sabati fa abbiamo rivisto Fiumani al Karemaski di Arezzo e abbiamo stretto amicizia con i Venus in Furs, pregievole gruppo spalla di rabbiosa fattura. Non c'era un cazzo di gente) questa settiamana passata è stata segnata da delle prove veloci e scazzate, sintomo evidente che abbiamo bisogno di scrivere qualcosa di nuovo. Abbiamo bisogno di registrare qualcosa, sennò questo blog diventa ridicolo. più recenti le uscite inserite nella quarta parte, più facilone e più shoegaze o ambient.
in realtà questo disco non svela nessun nume musicale, nessuna genialità intrinseca, poteva uscire 30 anni fa a San Francisco e invece esce nel 2011 in Inghilterra. che inventano i Male Bonding? nulla, ma che siamo forse, tutti Pierpaolo Capovilla? è un bel disco di punk-rock (ma per essere più ganzi si scrive che è noise-pop) mitigato da un atteggiamento da star indie rock, con tanto di magliette a righe, cappellazzi e occhialoni. Però, però però però.
questo disco rappresenta per me una sorta di viaggio nostalgico nella mia infanzia. mi ricorda stranamente l'estate in qualche pineta del casentino (ho difficoltà ad ammettere di aver mai vissuto un'esperienza del genere). Il genere è uno shoegaze rombante, in pieno stile revival, Chorus e riverberi a tutto phoco, phaser, flanger e "tapùm" degni dei più splendidi Jesus And Mary Chain. Voci angeliche ed androgine in sottofondo, Jack Tatum ci infila dentro anche l'indietronica (ma di molto poca) per essere giusto considerato il modello indiepop del 2010. A parte gli aspetti più piacioni del nostro, un lavoro davvero bello, onirico e nostalgico.
João Gilberto Prado Pereira de Oliveira è l'inventore della bossa nova e probabilmente, inventore di quasiasi motivo brasiliano vi venga in mente, (tranne "aquarela do brasil"). "Chega De Saudade" è il debutto del chitarrista e cantante, risale al 1959. Probabilmente, l'inventore (insieme a Simon And Garfunkel) dei King Of Convenience. ma è bellissimo, bellissimo lui, il fatto che bossa nova voglia dire new wave; è bellissimo il fatto che quest'album sembri tutto uguale e che non c'è differenza tra "chega de saudade" e "rosa morena", è bellissimo il Brasile e punto.
Universal Studios Florida sono un solare moniker di non so chi e nemmeno quante persone, centrato su ritmiche tribali e synth molto glo; incespicano in un ambient indefinito, un magma di suoni che viene vomitato per tutta la durata del disco, mentre le drum machine sballettano. L'impressione che danno è quella di una corsa nella giungla... con la copertina poi, ci riesce/riescono benissimo. (abbiamo bisogno di testi)

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